venerdì 5 dicembre 2014

BANCHI DI SEGNI
Nell'ambito di
Librarsi
Scuola Media Schiantarelli
Asola
29/30 novembre 2014

Laboratorio di riflessione posturale e interazione segnica tra i banchi di scuola
Un laboratorio diviso in due parti: la prima, caratterizzata dal silenzio, dalla lentezza e l’immobilità, la seconda dal gesto segnante, ritmico e sonoro.
Il banco di scuola come oggetto costante di interazione.
I parte
Una lezione
Il professore/conduttore, seduto alla cattedra - gli alunni/partecipanti seduti ai loro banchi.
L’insegnante assume delle posture e compie gesti  e gli alunni lo imitano. Sono posture e gesti di ordinaria quotidianità scolastica, di attenzione, distrazione, provocazione e rassegnazione.
Il banco è un punto d’appoggio,  campo da arare, campo di battaglia, scudo, piano di fuga, pista di decollo e atterraggio…
Il professore, che incarna suo malgrado l’autorità scolastica (Ministero della Pubblica Istruzione e tutti i livelli della scala gerarchica che dalla sede centrale porta all’aula di una scuola…), fa suoi i modi posturali e gestuali degli alunni e li restituisce in forma di insegnamento per imitazione. Gli effetti della costrizione del corpo tra banco e sedia, diventano “nutrimento”, fonte d’insegnamento, come a dire: ti insegno a fare ciò che ti ho costretto a fare; ti insegno ciò che ti costringo ad essere.
Le posture e i gesti verranno dilatati nel tempo, come a svuotarsi del loro impulso originario (di frustrazione, provocazione, rassegnazione…), al partecipante quindi verrà richiesta attenzione, pazienza e resistenza. E’ un lavoro di riflessione esteriore, in quanto si ricostruiscono fisicamente e visivamente dei momenti, ma anche interiore, in quanto dovrebbe far riflettere sulle cause e le dinamiche che portano ad assumere determinate posizioni nello spazio.
II parte
In questa fase si effettuerà una esplorazione tattile/sonora e poi segnico/sonora del banco.
Si indagheranno le possibili interazioni tra corpo e banco e corpo e banchi, la cui superficie accoglie ora l’esito cromatico del gesto segnante: io sono il mio banco; io ospito chi mi sta accanto e chi mi sta davanti; io vengo ospitato da chi mi sta accanto e da chi mi sta dietro; io vengo invaso da chi mi sta accanto e da chi mi sta davanti; io invado chi mi sta accanto e chi mi sta dietro. Non mi posso mai alzare, solo oscillare tra la  destra e la sinistra e compiere una torsione per girarmi.
Anche in questo caso, come in una lezione l’allievo imita l’insegnante. Questa parte del lavoro è caratterizzata dal segno, ritmo e coordinazione. Le superfici dei banchi, precedentemente rivestite di carta, verranno segnate da pastelli colorati che i partecipanti impugneranno in entrambe le mani.
Al termine di questa fase caratterizzata da azioni strutturate, seguirà un momento “liberatorio” dove il gesto segnante verrà sperimentato liberamente dai partecipanti, pur rimanendo seduti ai propri banchi.

Giuliano Guatta / Ginnica del Segno






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