Nell'ambito di
Librarsi
Scuola Media Schiantarelli
Asola
29/30 novembre 2014
Laboratorio di riflessione posturale e interazione segnica tra i banchi di scuola
Un laboratorio diviso in due
parti: la prima, caratterizzata dal silenzio, dalla lentezza e l’immobilità, la
seconda dal gesto segnante, ritmico e sonoro.
Il banco di scuola come oggetto
costante di interazione.
I parte
Una lezione
Il professore/conduttore, seduto
alla cattedra - gli alunni/partecipanti seduti ai loro banchi.
L’insegnante assume delle posture
e compie gesti e gli alunni lo imitano.
Sono posture e gesti di ordinaria quotidianità scolastica, di attenzione,
distrazione, provocazione e rassegnazione.
Il banco è un punto
d’appoggio, campo da arare, campo di
battaglia, scudo, piano di fuga, pista di decollo e atterraggio…
Il professore, che incarna suo
malgrado l’autorità scolastica (Ministero della Pubblica Istruzione e tutti i
livelli della scala gerarchica che dalla sede centrale porta all’aula di una
scuola…), fa suoi i modi posturali e gestuali degli alunni e li restituisce in
forma di insegnamento per imitazione. Gli effetti della costrizione del corpo
tra banco e sedia, diventano “nutrimento”, fonte d’insegnamento, come a dire:
ti insegno a fare ciò che ti ho costretto a fare; ti insegno ciò che ti
costringo ad essere.
Le posture e i gesti verranno
dilatati nel tempo, come a svuotarsi del loro impulso originario (di
frustrazione, provocazione, rassegnazione…), al partecipante quindi verrà
richiesta attenzione, pazienza e resistenza. E’ un lavoro di riflessione
esteriore, in quanto si ricostruiscono fisicamente e visivamente dei momenti,
ma anche interiore, in quanto dovrebbe far riflettere sulle cause e le
dinamiche che portano ad assumere determinate posizioni nello spazio.
II parte
In questa fase si effettuerà una
esplorazione tattile/sonora e poi segnico/sonora del banco.
Si indagheranno le possibili
interazioni tra corpo e banco e corpo e banchi, la cui superficie accoglie ora
l’esito cromatico del gesto segnante: io sono il mio banco; io ospito chi mi
sta accanto e chi mi sta davanti; io vengo ospitato da chi mi sta accanto e da
chi mi sta dietro; io vengo invaso da chi mi sta accanto e da chi mi sta
davanti; io invado chi mi sta accanto e chi mi sta dietro. Non mi posso mai
alzare, solo oscillare tra la destra e
la sinistra e compiere una torsione per girarmi.
Anche in questo caso, come in una
lezione l’allievo imita l’insegnante. Questa parte del lavoro è caratterizzata
dal segno, ritmo e coordinazione. Le superfici dei banchi, precedentemente
rivestite di carta, verranno segnate da pastelli colorati che i partecipanti
impugneranno in entrambe le mani.
Al termine di questa fase
caratterizzata da azioni strutturate, seguirà un momento “liberatorio” dove il
gesto segnante verrà sperimentato liberamente dai partecipanti, pur rimanendo
seduti ai propri banchi.
Giuliano Guatta / Ginnica del
Segno
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